Testimoniare l’amore di Dio con la propria vita

“Da quando ho fatto la profonda esperienza di essere invaso dall’infinito amore di Dio, ho anche sentito che non posso tenere questo amore per me, ma voglio trasmetterlo e irradiarlo agli altri”. Burkhard Meyer, focolarino tedesco, offre una lettura della propria vita a partire dall’amore di Dio che lo ha toccato in  modo particolare durante un suo soggiorno in Brasile. “Questa esperienza”, dice, “alla fine mi ha portato anche in focolare”.

Burkhard abita alla Mariapoli Foco dalla fine del 2021, quando è arrivato accompagnando un gruppo della scuola di formazione di focolarini che venivano dalla cittadella di Loppiano (Italia) per completare la loro formazione in Svizzera. Prima, ha vissuto da focolarino sempre in Germania, in varie città. “Non volevo tornare in Germania. Volevo andare in un altro continente: era stato importante per me  essere stato in Brasile! Però sono tornato in Germania, nell’ovest del Paese, dove sono cresciuto”. Una realtà conosciuta anche nelle sue problematiche. 

Burkhard si è trovato in una società caratterizzata dal secolarismo, dal materialismo, dal consumismo e con uno sguardo molto critico verso la Chiesa e la religione. “Era più importante vivere e testimoniare con i fatti che con le parole”, afferma. Un particolare episodio ha segnato quella fase della sua vita. Un giorno, Burkhard, che è assistente sociale, si è presentato per un colloquio di lavoro presso una scuola, nella piccola città di Schwetzingen. Sapendo che lui era membro del Movimento dei Focolari gli hanno detto: “Non fare lavoro missionario qui”. Burkhard ha cercato, in quell’ambiente, di concentrarsi sui rapporti, sul servizio, sul perdono e sulla misericordia.

 “Tutto quello che viviamo con la spiritualità del Movimento: incominciare per primo, amare, perdonare, vedere l’altro sempre con occhi nuovi, essere disposto a ricominciare”,racconta, sono state le sue strategie nel suo ambiente di lavoro. “Poi, improvvisamente, non è più stato un problema muovermi liberamente”. Qualche tempo dopo Burkhard ha ricevuto il permesso di usare la palestra della scuola nei fine settimana per fare sport con i gen. Alcuni studenti hanno conosciuto i gen. E un terzo dei suoi colleghi è andato a trovarlo in focolare – la casa dove una comunità di focolarini abita – per conoscere di più la loro vita. Burkhard ha lavorato in questa scuola per nove anni.

 

In giro per la Germania

In seguito si è trasferito a Stoccarda nel sud del Paese. Lì, con altri focolarini, ha aperto il focolare maschile. Un’esperienza che ha coinvolto la comunità locale nella ricostruzione  della casa del focolare, che sarebbe diventata anche luogo di incontro la comunità. “È stata proprio un’esperienza di famiglia. Tanti hanno aiutato e ho sperimentato che  sono natii tanti rapporti preziosi tra noi”, spiega Burkhard.  Una testimonianza che ha coinvolto i loro vicini con i quali è nata l’amicizia.

Nella sua storia, Burkhard sottolinea ancora gli anni in cui ha vissuto a Lipsia, nell’est della Germania. La regione,  parte della DDR,  con regime comunista, aveva le seguenti statistiche riguardanti la religione: 20% cristiani protestanti, circa il 4% cattolici e il  75% atei o agnostici.

In questo contesto Burkhard continua: “mi sono trovato in un focolare dove avevo l’impressione che tutti avessero una profonda unione con Dio e che l’amore tra di noi fosse molto forte”. E così, era spinto a raccontare ad altri la loro vita, ogni volta che era possibile. Sono nati tanti rapporti. Nonostante lo scenario sfidante nel campo religioso, dice di aver visto “che anche lì c’è una presenza molto forte di Dio in loro e ho scoperto dei valori e atteggiamenti molto belli”.

 

Tornare alle radici, annunciare il Regno di Dio

Quasi 25 anni dopo Burkhard arriva dalla Germania a Loppiano, in Italia, dove rimane per un anno, e poi approda alla Mariapoli Foco, dove attualmente vive. Qui avverte di avere “la grande fortuna di tornare di nuovo alle radici nostre”. Dopo tre anni, afferma di sentirsi pieno dall’amore reciproco che circola fra tutti gli abitanti e quindi si sente disposto ad “uscire e annunciare che c’è un Padre che ci ama immensamente e che ci vuole uniti. E fare di tutto perché ci possiamo avvicinare del Regno di Dio”, con la creatività che, crede, viene dallo Spirito Santo. “Non c’è niente di più convincente che lasciare che Gesù, che vive fra di noi e in noi, tocchi i cuori di altri”.

Burkhard ha un motto: “il futuro è sempre migliore del passato”. Ogni nuova esperienza porta una nuova sapienza. “Allora sappiamo anche gestire meglio le sfide”, spiega. Il segreto è puntare sempre di più su Dio solo e da Lui si può aspettare ogni cosa. Nonostante tutto ciò che potrebbe scoraggiarsi, come le guerre e le catastrofi, Burkhard crede che, vivendo la spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari, “la speranza c’è nel nostro DNA: siamo uomini di speranza”. Una speranza che non rimane per sé stessi, ma che va donata a tanti.

 

Lucas Oliveira