DA MONTET AL MONDO
Un altro anno della scuola di focolarini e focolarine a Montet si conclude. Sono 17 giovani che, dopo il loro soggiorno e formazione prima a Loppiano (Italia) e poi a Montet, partono verso i 12 Paesi sparsi in tutto il mondo per continuare la missione a cui si sentono chiamati da Dio: essere testimoni della vita del carisma dell’unità ovunque.
È nella gioia e in uno spirito libero che fanno la scelta di seguire questa voce di Dio. “So che non sono stata io ad aver scelto Gesù, ma è stato Lui che mi ha guardata, amata e chiamata a seguirLo”, ci dice Immaculate Nyamwiza, ugandese che va a un focolare[1] in Etiopia.
Un periodo anche di tante scoperte, come attesta Jefferson Junior, brasiliano che continuerà a donarsi in un focolare in Brasile: “La vita ha preso sempre più gusto, anche se le sfide non sono mancate. Ma il perseverare e il camminare insieme ai miei fratelli di vita comunitaria mi dà più motivazione per continuare a vivere e a sognare. A volte penso di essere troppo giovane per fare una scelta così radicale di donarmi a Dio in focolare, ma poi sento spesso che bisogna rischiare. Uso quindi la mia giovinezza come una delle cose più belle da offrire a Dio. E sono felice”.
Tanti sono i frutti dell’anno di scuola alla Mariapoli Foco. “È stato andare in profondità nel mio rapporto con Dio e con i miei fratelli e sorelle”, ci racconta Talita Borges, brasiliana che arriverà a un focolare in Inghilterra. “Un anno di scoprire di più la potenza e presenza di Gesù in mezzo a noi”, conclude.
Per Leandro Ramírez, argentino che parte per un focolare a Madrid, “Montet è stato un periodo di scelte importanti: credere nell’Amore di Dio, conoscere me stesso, fidarmi dell’amore degli altri. Vedere con occhi nuovi e non perdere la speranza, anche se la strada fosse con la nebbia o col sole splendente”.
Frederic Ndayiziga, burundese che abiterà in un focolare nella Mariapoli Piero (Kenya), ci racconta che per lui l’anno vissuto a Montet “è stato un anno per crescere e focalizzare sul cammino dell'unità come Dio vuole”.
Il 17 dicembre, la Mariapoli Foco ha ringraziato i focolarini e focolarine che concludono la loro scuola. Un ringraziamento reciproco, come si è potuto vedere nella grande festa intitolata “La Fabbrica dei Popi”, nella quale – con giochi, teatro, musica –si è visto come “si costruisce un popo”. Collegati via Zoom familiari, amici e abitanti di Montet dello scorso anno hanno partecipato alla festa.
“Un senso forte di comunità, di cittadella partecipata”, è ciò che Leandro porta con sé da Montet dopo l’esperienza vissuta nella Mariapoli. “Mi porto un Ideale forte. Il voler continuare a dare la mia vita per concretizzarlo: una sola famiglia umana della quale tutti facciamo parte in quanto figli di uno stesso Dio Padre”. Talita va nella stessa linea: “Mi porto via una famiglia che Dio mi ha dato e vorrei portare questo dono ad altri che incontrerò”. E anche Frederic: “Porterò Montet nel mio cuore perché mi ha aiutato a crescere e vedere il mio destino in Dio”.
Nel video, preparato da loro, possiamo conoscere la "DestiNazione" di ciascuno.
Lucas Oliveira
[1] Abitazione che ospita le piccole comunità di focolarini (persone consacrate).
[2] “Popo” è una parola del dialetto trentino che vuol dire “bambino”. Secondo Chiara Lubich, il popo è il “bambino evangelico”, che si butta totalmente nelle mani di Dio Padre. E’ spesso usato come sinonimo per “focolarino”.
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