L’avventura degli inizi
Carlo Reggi, italiano, abitava a Loppiano[1] presso Firenze quando Chiara Lubich gli ha chiesto, se insieme a altri focolarini, poteva trasferirsi in Svizzera per collaborare nella costruzione della nascente Mariapoli Foco. Un lungo viaggio, con la mitica Fiat 131 bianca, lo porta a Montet insieme a Roman Rosatti e Edi Rieder. Era il 15 marzo 1981.
Ricorda Carlo l’avventura iniziale, con un profondo sguardo che rivela gioie e dolori, ma che conferma il fascino di un inizio che ha messo radici profonde. Ascoltiamolo.
“Esisteva una falegnameria. Dovevo adattarla per dare lavoro ai giovani che sarebbero arrivati per la scuola e produrre oggetti di artigianato. Inoltre occorreva trasformare gli alloggi in focolari[2] che potessero accogliere gli studenti.
Eravamo 3 muratori, 3 elettricisti e 3 falegnami e quindi potevamo fare noi tanti lavori.
Avevamo portato oggetti di artigianato realizzati a Loppiano con la speranza di poterli vendere. Meinrad Kissling, un nostro amico, era rappresentante di commercio. Ha cercato di proporre i nostri prodotti ma qui non andavano, non c’era mercato. Non si è riusciti a vendere nulla!
A Natale 1981 il Comune di Losanna ha messo a disposizione la piazza centrale della città e ha invitato gli artigiani a portare i propri prodotti. La neve era alta oltre mezzo metro, ma insieme a Didier Lucas e Angelo Bricca abbiamo partecipato e lì – con grande sorpresa – abbiamo venduto tutto quello che avevamo.
Utilizzando il legno che c’era abbiamo iniziato una produzione di animaletti. Jean Louis Marechal, ha scritto alla Migros e abbiamo potuto venderli per una settimana davanti al supermercato. Abbiamo quindi contattato i Centri Commerciali di tutta la Svizzera e ottenuto i permessi di vendere all’esterno dei loro ingressi.
A Pasqua 1982 siamo venuti a conoscenza che a Berna c’era la Fiera Ornaris. In quel tempo per essere ammessi occorrevano circa 3 anni dalla domanda. Nell’agosto 1982 ci hanno contattato. Qualcuno ci chiedeva ‘Chi avete pagato per ottenere questo permesso?’ ,Nessuno’. Per noi era chiaro l’intervento della Provvidenza. I negozi ci hanno conosciuto e sono arrivate le ordinazioni. Alla fine dell’anno 1982, circa 800 negozi vendevano i nostri prodotti e non abbiamo più venduto sulle piazze.”
Una carrellata di lavori temporanei di durata variabile permetteva di mantenersi. L’originalità di essi è legata al periodo storico e alla fantasia di chi ha saputo procurarli.
All’enorme deposito di ferro vecchio, a Ginevra, si acquistavano i motori elettrici di vecchi ascensori e altro. Li trasportavamo su un vecchio camion militare che si metteva in moto girando la manovella sul davanti. I motori poi venivano aperti per separare i vari metalli. Rame, alluminio, ghisa ecc. venivano poi rivenduti, separatamente, per tipologia.
Nella fattoria si aiutava il contadino a raccogliere a mano le patate, i cetrioli ecc.
Sulla riva del lago di Neuchâtel, a Estavayer, la Grande Cariçaie è un punto strategico per uccelli migratori che sostano nelle canne. Per mantenere l’equilibrio tra le canne e gli alberi che, crescendo, invadevano lo spazio destinato alle canne, occorreva tagliare gli alberi. Questo lavoro si faceva d’inverno quando c’era il ghiaccio e si poteva camminarvi sopra, muniti di stivaloni molto alti che proteggevano in caso di caduta.
Confezione di tappeti con strisce di plastica colorata, intrecciate e saldate con aria calda, per piscine.
Ortaggi e Fiori da vendere nei mercati, in continuità con l’attività dei frati. A quel tempo i supermercati non avevano sviluppato questo settore oggi inglobato all’interno della loro struttura.
Realizzazione di scrivanie e armadi in gran parte ancora oggi utilizzati. Finestre per le case e pure una grande libreria di noce per il Vescovado di Soletta.
Dopo una pausa di tredici anni in Sardegna e in Africa, Carlo è ritornato a Montet e ancora oggi continua il suo lavoro creativo con la stessa raffinata cura che ha - da 40 anni - per l’armonia degli ambienti e l’amore per le persone che li abitano.
[1] Prima cittadella del Movimento dei Focolari
[2] Abitazioni che ospitano le piccole comunità di focolarini (persone consacrate)